24 luglio 2008

Ma che amico sei - Roberto da Palermo

Caro Sergio,
le canzoni a volte sono come complicati pensieri crittografati. Per anni le canticchiamo senza davvero comprenderne il significato intimo che le ha generate. Ma quando ne troviamo la chiave di lettura, una chiave anche solo soggettiva, allora tutto cambia. E' quello che è successo a me pochi giorni fa quando in "Ma che amico sei" ho iniziato a intravedere qualcosa che andava al di là di un semplice testo sull'amicizia. Era molto di più, un colloquio con dio. Poi spulciando qua e là sul web ho letto un'interpretazione analoga che ne hai dato tu. Fai riferimento alla prima guerra del Golfo, le cui immagini trasmesse dalla tv hanno segnato la mia infanzia. E' buffo pensare che io adesso sia diventato un giornalista. Proprio i giornalisti, insieme ai politicanti dell'epoca, erano le star che scendevano dal "jet sotto raffiche di flash". Beh, insomma, tutto questo era per dirti che mi hai dato un'emozione. Spero di vederti presto nella mia città, Palermo.