Ciao Sergio,
ho postato oggi questa cosa qui a Fegiz: lo ha già pubblicato sul forum del Corriere e te lo copio/incollo, sperando di farti cosa gradita. L'ho scritto di getto, perché mi sembrava... "giusto" renderti merito. Ero a Vicchio l'altra sera: è stato un gran bel concerto, complimenti a te e alla band; mi hai "riappacificato" con la musica suonata. Altro che "terribili anni '80": gli anni terribili per la musica, almeno qui in Italia, sono proprio questi! Ciao e grazie ancora per le emozioni dell'altra sera.
Gianmaria
E' tornato Sergio Caputo
Gentile Fegiz,
l'altra sera ho assistito a Vicchio, in Mugello, in un piccolo teatro più che colmo, un concerto da aprirti il cuore. E' tornato in Italia per un breve ma intenso periodo di spettacoli Sergio Caputo. Il buon Sergio si è presentato solo con la sua chitarra sul palco: ha cantato, ha suonato, ha sbagliato le parole delle sue canzoni, ha dimenticato un accordo; ma ha creato subito un feeling intenso con il caldo pubblico mugellano, solo con la sua arte, spogliato di qualsiasi altra apparenza e essenza; solo con la sua nudità, o-sceno come solo i veri poeti sanno; insieme a quelli che nel forum, recentemente, qualcuno cerca di distinguere come “veri cantautori”.
Dopo quattro o cinque canzoni, a Caputo poi si è unita una band di musicisti eccezionali. Lo spettacolo è proseguito così, tra folk, jazz e pop, tra ritmi con venature latine e contaminazioni etniche.
A noi tra il pubblico ci tornavano su "storie di whisky andati", ricordi che a volte noi stessi calpestiamo, nella fretta dei giorni. Ascoltando le canzoni di Caputo abbiamo ripercorso un viaggio tra le pieghe buone e meno buone delle nostre vite. Sul palco Sergio intanto cantava e suonava, si divertiva con la sua band e con il pubblico: una dietro l'altra abbiamo ascoltato canzoni che neanche ricordavamo più, le cui parole stralunate, surreali, talvolta drammatiche nella loro quotidianità, ci tornavano su anche queste, a un battito con tanti ricordi.
È stato un piacere sentire “il teatro venir giù” dopo “Non bevo più tequila”, “Effetti personali”, “Il Garibaldi innamorato”, “Cimici e bromuro”, “Un’anima in pena”, “Spicchio di luna”, “Bimba se sapessi”, “Sabato Italiano”, “Italiani mambo”, “L’astronave che arriva”, “Metamorfosi”… e si potrebbe continuare ancora. Proprio a questo a fine concerto pensavo: quante ne ha fatte, e di belle e di buone, il Caputo Sergio! Fegiz, lei non crede sia uno dei nostri artisti più sottovalutati; tra i meno acclamati e, invece, tra i più capaci e originali? È il pensiero che ho avuto giovedì sera all’uscita dal teatro: lei, e i forumisti, cosa ne pensano? Oppure sto diventando un nostalgico? ché la musica di oggi non mi piace più, ché mi pare che in Italia non si sappiano più fare canzoni e non esistano, soprattutto, personalità forti come quella di Caputo e tanti nostri “vecchi”; sconfitti dal mercato e da una suoneria per un telefono cellulare…
Cordiali saluti.