03 maggio 2008

Roberto Alfatti Appetiti

Letto in due notti, d'un fiato. Sghignazzando con una mano sulla bocca (la mia) per non svegliare mia moglie. Grazie Sergio, mi hai fatto divertire e riflettere. Tornare per qualche ora alla mia vita romana e alla colonna sonora di quegli anni. E pensare a mio padre, che è morto a novembre. Gli avevano dato due mesi di vita (quando il medico ha formulato questa previsione mi è sembrato di precipitare in una fiction dozzinale) e dopo tre giorni è morto. Grazie di cuore. Per i sabati italiani e tutto il resto. Ti assicuro che non è poco. Ora anche per il romanzo, il primo. Sono un giornalista e ne scriverò senz'altro. Se fossi disponibile per un'intervista ne sarei felice e giuro che non ti chiamerei Coyote Californiano.
Buone cose.
Roberto Alfatti Appetiti
Il mio blog/archivio di articoli L'eminente dignità del provvisorio