03 novembre 2014


Ciao a tutti.  Inauguro questo blog con alcuni articoletti della serie “LE 10 COSE CHE MI SPACCANO I MARONI IN....”  L’apparente futilità dei soggetti trattati potrebbe condurre l’incauto lettore a riflessioni più profonde sulla vita e sul perchè la viviamo come la viviamo.  Chi vuole intervenire può farlo scrivendo al blog.  Buon divertimento.



LE 10 COSE CHE MI SPACCANO I MARONI IN UN HOTEL


Viaggiare è una cosa bellissima, ma potrebbe esserlo ancora di più. Come potete immaginare io viaggio parecchio, e gli hotel in cui mi prenotano sono solitamente 5 stelle, o male che vada, 4.  Ora, sarebbe lecito aspettarsi che in un paese come il nostro, largamente basato su turismo e accoglienza, simili hotel siano in grado di offrire sistemazioni e servizi di altissimo livello.  Invece, almeno nell’ottanta per cento dei casi non è così, e capita di imbattersi in magagne di vario tipo che a me spaccano letteralmente i maroni.  Ecco le dieci più comuni.


1 - ENTRATA CON SCALE, E NIENTE RAMPE.

Chissà perchè, nella maggior parte degli hotel italici l’entrata è situata in cima a una rampa di scale.  Siamo scemi o masochisti?  Da che mondo è mondo l’ignaro viandante arriva in albergo (e ne riparte) col suo pesante fardello di fottutissimi bagagli, e non c’è bisogno di essere particolarmente disabili o particolarmente anziani per voler fare il proprio ingresso nella hall tramite un accesso liscio e piatto a livello strada.  D’accordo, qui nel bel paese molti hotel sono ricavati in palazzi antichi che son fatti così... ci vuole tanto a costruirci delle rampe che facilitino la vita a tutti, disabili e non? Ma ecco il massimo della perfidia: la rampa disabili-anziani-bagagli-passeggini-carrozzelle certe volte c’è, ma solo per andarsi a interrompere contro un’altra rampa di scale, scalette o scalini vari in su o in giù.  Poi, c’è il colmo della perfidia: che l’hotel abbia l’ingresso a livello stradale o l’agognata rampa, ma poi le scale le trovi dentro, fra l’ingresso e la reception, o fra la reception e gli ascensori, o fra gli ascensori e il pezzo di corridoio dove c’è la tua camera.   Ora, la scusante del palazzo antico non vale per tutti gli hotel.  Certi li hanno appena costruiti.  E allora perchè diavolo non li hanno fatti “giusti”?  Alcuni di questi, per l’appunto, pur di non soccombere alla razionalità e farli con l’entrata a livello stradale hanno sia le scale che la rampa.


2 - L’ ASCENSORE.

Quando prenoti (e paghi) un hotel 5 stelle – o te lo prenota qualcuno che lo fa di mestiere - dai per scontato che in mezzo a tutto quel lusso sfrenato ci sia incluso anche un volgare ascensore;  beh, non è mica detto.  In certi hotel – e a volte proprio i più lussuosi resort ricavati in vetusti palazzi del centro storico – l’ascensore non c’è.   Arrivare lì trascinandosi dietro valigia e strumenti del mestiere - che hai già issato dal livello stradale al piano rialzato dove c’è la reception - e scoprire che ti hanno messo in una prestigiosa, panoramica, esclusiva camera al terzo piano senza ascensore, può essere ispirazione di irripetibili ed elaborate invettive nei confronti di entità umane e non.   Comunque, non si può neanche generalizzare: il più delle volte l’ascensore c’è, magari è solo un po’ microscopico, ovvero c’entra a malapena 1 persona molto magra se si mette a cavalcioni del proprio bagaglio - anche se sulla parete c’è scritto “portata massima 800 Kg” - e perciò è perennemente occupato da clienti o inservienti che fanno su e giù uno alla volta.  Cuccarlo é quasi impossibile, e quando finalmente ci riesci, il bussolotto infame si ferma a tutti i piani, perchè la gente lo chiama, poi si scoccia di aspettare e alla fine va a piedi.  Se per caso devi andare al bagno d’urgenza, meglio prendere direttamente le scale.  Nella mia pluridecennale esperienza di viaggiatore, ho accertato che gli hotel con ascensori adeguati sono una rarità, e sono quasi sempre quelli supernuovi in periferia o vicini agli aeroporti.  Ma attenzione, il mini-ascensore l’ho trovato spesso anche in hotel appena costruiti (inspiegabile!), così come mi sono capitati hotel nuovissimi di due o tre piani che non c’avevano manco quello, sulla base che “sono solo tre rampe di scale”.  No country for old men.


3 - BAGNO HORROR STORIES.

I bagni delle camere di hotel meriterebbero una serie apposita, suddivisa in parecchi episodi e sub-categorie.  Cercherò tuttavia di essere sintetico elencando le cose che più frequentemente funestano la permanenza fuori casa del viaggiatore standard, in relazione al servizio dei servizi, quello che raggruppa in pochi metri quadri entrambe le funzioni umane associate all’igiene:  cioè il ripulirsi dentro e il ripulirsi fuori.  C’è chi dà più importanaza a l’una cosa, e chi all’altra, ma qui entriamo troppo nel personale.  Perciò quanto segue non è in un particolare ordine logico.

VENTOLA ASSENTE O NON FUNZIONANTE

Il bagno senza finestre è ormai quasi la norma dappertutto e ci siamo abituati, ma spesso la ventola di aereazione non funziona, o il pulsante per azionarla è nascosto da qualche parte ma non dove te l’aspetti, o la maledetta ventola proprio non ce l’hanno messa.   Le camere con questo tipo di bagno sono consigliate solo a singles o a coppie ormai collaudate.  No primo appuntamento galante.  No viaggio di nozze. Devo aggiungere che la ventola, funzionante o no, è di solito un’ottima conduttrice di rumori e conversazioni da altri bagni vicini.



 BAGNO CON VASCA

Doccia o vasca? Io preferisco doccia, ma se capita la vasca mica mi metto a fare una scenata, no?  OK.   Vai su, controlli il bagno e infatti c’è la vasca, ma non il relativo tappo (o se c’è, non tappa un bel niente);  in compenso c’è il supplementare tubo flessibile per la doccia; peccato che sul muro non ci sia il relativo supporto per appenderlo ad altezza d’uomo; non un grosso problema, perchè tanto non c’è nè tenda-doccia nè pannelli di vetro, per cui se si usa la pseudo-doccia stando in piedi si allaga tutto, e per non allagare tutto bisogna farsi la doccia sdraiati nella vasca.


BAGNI CON DOCCIA.

OK, la mia stanza ha il bagno con la doccia. Sono cotto dal viaggio e non vedo l’ora di saltarci dentro e rimettermi a nuovo:  ed ecco alcune delle cose che possono andare storte, da sole, in gruppo o tutte insieme.  Ma come dice un proverbio americano, “tutto ciò che potrebbe andare storto, andrà storto”.

-       Lo scarico della doccia è quasi sempre intasato (possibile che non controllino ad ogni pulizia?), e dopo trenta secondi l’acqua straripa dal piatto doccia e allaga il pavimento; dallo scarico iniziano a tracimare peli, fluidi corporei imprecisati e DNA di ospiti precedenti. 
-       La testata della doccia è ostruita dal calcare, (di nuovo: possibile che non controllino ad ogni pulizia?) e tutto quello che ne esce sono 3 schizzi storti e puntuti come spilli di acqua incandescente. 
-       Il mixer acqua calda-fredda ha una sua volontà autonoma e ama le improvvisate: ti congela o ti ustiona a suo piacimento e basta guardarlo per cambiare drasticamente la temperatura.
-        Nel vano doccia con piastrelle - firmate Trussardi, Valentino o altro designer - non c’è un portasapone, nè un cazzo di niente per appoggiarci sapone, shampoo, rasoio o altro; bisogna poggiare tutto giù a terra e chinarsi ogni volta che ti serve uno qualsiasi dei suddetti articoli.  Nel chinarti, normalmente urti il miscelatore e sei investito a tradimento da un getto ghiacciato, o ti procuri ustioni di secondo grado.    
-        A proposito di sapone – e questo non ha propriamente a che fare con la doccia ma con tutto il bagno – le aperture “facilitate” di saponi, shampi e creme che trovi lì, non sono facilitate per niente, tenti in tutti i modi di aprirle con le unghie o a morsi, ma generalmente finisci per staccarti un’unghia o un dente e ancora non si aprono.
-       Asciugamani, accappatoi e quant’altro non sono appesi vicino al vano doccia dove potresti prenderli facilmente allungando un braccio, ma si trovano sulla parete opposta; hai due possibilità: 1) uscire dalla doccia fradicio, rischiare di scivolare sulle piastrelle griffate e spaccarti la testa, mentre subisci uno sbalzo di temperatura tale da beccarti una broncopolmonite letale oppure 2) appendere preventivamente asciugamani e/o accappatoi al pannello del vano doccia, dove puoi effettivamente agguantarli allungando una mano, ma quando lo farai saranno ormai fradici per gli spruzzi d’acqua ricevuti.
-       Non mancano le sorprese.  Ci sono asciugamani e/o accappatoi per 1 sola persona in camere matrimoniali o per una intera famiglia.  Chiami la reception, e dopo una ventina di minuti ti arriva 1 asciugamano del bidet extra, o al contrario dieci accappatoi che non sai dove appendere, perchè in tutto il bagno c’è un solo gancio.
-       Le dimensioni del bagno possono a volte lasciare perplessi... Certe volte il bagno è immenso, bidet, WC lavabo e doccia distano 6 metri gli uni dagli altri, e ti domandi perchè abbiano sprecato tutto quello spazio che invece avrebbero potuto aggiungere alla camera.   Altre volte, a una camera immensa corrisponde un bagno così piccolo che il WC – poco più grande di quello di Barbie,  è incastrato fra il bidet e il lavabo, e ti viene spontaneo chiederti come faccia una persona particolarmente alta od obesa a fare ciò che normalmente si fa in posto simile.  Ma queste sono problematiche architettoniche, e a perseguirle andremmo fuori tema.



BAGNI CON IDROMASSAGGIO

Che culo! Ti è capitata la vasca con idromassaggio.  Sì, ma come funziona? Non ci potevano mettere una minchia di foglio di istruzioni?  È piena di bottoni, miscelatori, rubinetti e leve e non sai cosa fa cosa o in quale sequenza.  Tocchi qua e là a casaccio e non riesci neanche a far uscire l’acqua, ma accendi un motore da qualche parte dentro il muro che romba come quello di un Harley Davidson e fa tremare tutto il palazzo ma ancora niente acqua...  Fai mezz’ora di esperimenti, e alla fine lasci perdere.  E finisci di nuovo nella doccia intasata.


4 - TV NON SINTONIZZATA

Appena entro in camera, la prima cosa che faccio - prima ancora di togliermi la giacca - è cercare in giro la cosa più altamente infettiva reperibile in una camera d’hotel: il telecomando; trovato il  quale accendo la TV.  Che il più delle volte è sintonizzata male e prende solo tre canali croati e televendite di materassi bulgari.  Chiami la reception, ti promettono di rintracciare il tecnico che però  - ammesso che esista davvero – è già andato a casa e non arriverà mai.  Termini le tue serate guardando hotlines balcaniche.


5 - NON C’E’ CAMPO PER IL CELLULARE

Incredibile, ma nella maggior parte dei 5 stelle dove mi capita di alloggiare, il cellulare non prende, o la linea va e viene.  È perchè tutti si collegano in contemporanea”, ti dice il tipo della reception.  A mezzanotte e mezza?” ribatti incredulo a nessuno, perchè il portiere di notte ha già riagganciato.   Quando uno è in albergo, di solito vuol dire che è via da casa, ovvero la sua rintracciabiltà è affidata unicamente al tanto deprecato cellulare, che però è totalmente inservibile perchè l’hotel è sito nell’unica zona d’ombra e non c’è copertura su nessuna delle reti.  A MENO CHE non ti colleghi al WI-FI (pagando la password), e fai sapere a tutto il mondo dove cazzo ti trovi scrivendolo su Facebook e su Twitter, dando numero dell’hotel e numero di camera, sarai irreperibile e isolato da tutti.  E soprattutto, come fanno le cameriere a parlare al cellulare fuori della tua porta alle 6 di mattina e raccontare a chicchessia tutti i cavoli loro?



6 - DOVE SONO FINITE LE PRESE?

Comunque sia, che te ne fai del cellulare se non lo puoi caricare? Una volta negli hotel c’erano le prese di corrente, ma ora non più.  Tutto è collegato direttamente dentro il muro, hai voglia a spostare comodini e armadi e a sradicare la testata del letto, l’unica presa possibile è in bagno vicino al lavello, ed è una shuko del cazzo dove l’alimentatore del cellulare non c’entra neanche a martellate.  Dovresti di nuovo telefonare giù e chiedere un adattatore, ma sai benissimo che non te lo procureranno mai.   È mai possibile che chi progetta gli hotel o li ristruttura non pensi a dettagli così ovvi? 

  
7 - LA CLIMATIZZAZIONE

In camera si soffoca (questo accade d’inverno, in estate, invece, si gela); c’è un termostato al muro che sembra abbastanza intuitivo da programmare.  Ventola sì o no, temperatura + o - , insomma tocchi e smanetti, e senti che in effetti il ghibli che prima soffiava dalle griglie si è fermato.  Sei a letto da cinque minuti e il vento caldo del deserto riparte.  Ti alzi, rismanetti col termostato (stavolta assestandogli anche un paio di cazzotti), riesci a sistemare di nuovo, torni a letto.  Fai tutto questo una decina di volte, poi finalmente telefoni giù, e il tipo alla reception che non parla nè italiano, nè inglese (nè nessun’altra lingua comunemente annoverata fra le  “lingue straniere” che si possono studiare nelle apposite scuole di lingue) ti fa capire in italiano del futuro che la temperatura nella tua camera la regolano direttamente dalla centralina computerizzata giù in direzione, per cui puoi smanettare sul termostato quanto ti pare ma non succederà niente.   Tu gli fai capire che vuoi tutto spento, e finalmente dormi.  Ma solo fino a che giù alla reception il tipo di prima finisce il turno e prende servizio un altro portiere che ti riaccende il riscaldamento a manetta.   Ma che minchia ce lo mettono a fare il termostato in camera se lo regolano da giù?


8 - POSTI DOVE APPOGGIARE LE COSE

Entri in camera, e all’ingresso c’è un piccolo portapacchi troppo stretto per poterci mettere sopra uno stupido bagaglio a mano aperto.  In compenso c’è un armadio a 6 ante con 36 cassetti.   Resti lì come un pirla, col bagaglio poggiato a terra a domandarti due cose: 1) chi minchia verrà mai qui portandosi dietro abbastanza vestiti da riempirci armadio a 6 ante e 36 cassetti e  2)come fa uno che abbia una quantità di bagagli tale da riempire 6 ante e 36 cassetti ad entrare fisicamente in una camera in cui non c’è neanche posto per poggiare una cazzo di valigetta.   Non parliamo del bagno, dove sul lavandino non c'è spazio per appoggiare un astuccio-beauty, e sei costretto ad appoggiarlo sulla tazza del cesso col coperchio chiuso, da dove al minimo movimento cadrà nel portaspazzolino del WC. 



9  -  FRIGOBAR CON ROBA SOSPETTA

Il frigobar – che normalmente ronza e tintinna talmente tanto che alla fine lo stacchi per non impazzire – è comunque un mostro da evitare a causa dei prezzi esorbitanti;  non a caso c’è gente che apre le bottigliette con molta cautela per non deformare il tappo, beve un po’ del contenuto e poi lo rabbocca con acqua, riposizionado con cura il tappo in modo che la cameriera non se ne accorga e non glielo faccia caricare sugli extra.  Vecchio trucco da scrocconi nel quale mi sono imbattuto – purtroppo solo da vittima.   Trauma giovanile che mi spinge a non prendere mai niente da lì.   Poi c’è l’elemento igienico: quanta gente le avrà toccate queste bottiglie? Quanti altri ospiti della camera le avranno maneggiate, annusate, leccate e rimesse lì?  Avranno avuto le mani pulite mentre lo facevano? Dove avranno tenuto ‘sta roba prima di metterla nel frigobar?  Quanto, come e da dove avranno viaggiato queste bottigliette? Avranno incontrato durante il tragitto topi, scarafaggi ed altri animali domestici frequentatori di magazzini?  Le avranno scaricate vicino ai cessi nel seminterrato prima di mettertele in camera?  Chi ci avrà tossito, sternutito sopra o altro?  Mi fermo qui.
E la qualità?  La mezza bottiglia di vino bianco da 25 euro che ad un esame attento dell’etichetta risulta essere del 2009, che se la bevano loro, le aranciate con le etichette un po’ scolorite e un’aria da anni 70 pure... nel frigobar noti forme di bottiglie che fanno parte dei tuoi ricordi d’infanzia...  Sarà suggestione, ma perchè la roba del frigobar ha sempre un look di altri tempi?


10 – LA PRIMA COLAZIONE INCLUSA

Se ho fatto un concerto la sera prima, sono andato a dormire alle due, e ho un aereo per tornare a casa fra un’ora e mezza, confesso che non ho molta voglia di scendere in sala colazioni per farmi vedere da tutti mezzo rincoglionito, scontroso, fare la fila al buffet, per poi sbrodolarmi e riempirmi di briciole e roba nei denti in pubblico, poi ancora correre su in camera ad espellere quanto di più umano resta in me.   Per cui generalmente metto su le news (se la TV funziona) e ordino la colazione in camera.  Che arriva sempre sbagliata.  Per non complicare le cose, ordino un cappuccino, un croissant e della marmellata chiara.  Facile, no? Mi arriva 1 croissant confezionato con 10 vasetti di marmellata scura.  Oppure 1 cestino con 8 croissant alla crema, 4 toast, succo d’arancia e 1 vasetto di miele, e il the...  oppure un cappuccino pieno fino all’orlo che appena lo sollevi se ne versa metà.  O cappuccino che il caffè lo ha visto solo in TV ma se lo stava bevendo George Clooney.   1 sola bustina di zucchero, o niente bustina di zucchero.   Oppure 4 bustine di zucchero di canna (che odio) e 5 di dolcificante (che mi fa schifo).  Naturalmente quando hai venti minuti per mangiare, andare al cesso, fare la doccia, chiudere il bagaglio, perquisire la camera per non lasciare niente, scendere giù, fare il check out e partire, non ce la fai a richiamare il room service e a tentare di farti portare quello che hai chiesto (che non arriverebbe comunque).  Per cui normalmente mi rassegno e metto l’odioso zucchero di canna nel cappuccino che straripa, e mentre lo mescolo sento il cucchiaino grattare residui incrostati di zucchero di qualcun altro sul fondo della tazza.   Ed è allora che porto le mani ai lati della testa, e mi trasformo nell’entità extraumana che ha ispirato “L’Urlo” di Munch.


Sergio Caputo

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