Ciao a
tutti. Inauguro questo blog con
alcuni articoletti della serie “LE 10 COSE CHE MI SPACCANO I MARONI
IN....” L’apparente futilità dei
soggetti trattati potrebbe condurre l’incauto lettore a riflessioni più
profonde sulla vita e sul perchè la viviamo come la viviamo. Chi vuole intervenire può farlo
scrivendo al blog. Buon
divertimento.
LE 10 COSE CHE MI
SPACCANO I MARONI IN UN HOTEL
Viaggiare è una cosa bellissima,
ma potrebbe esserlo ancora di più. Come potete immaginare io viaggio parecchio,
e gli hotel in cui mi prenotano sono solitamente 5 stelle, o male che vada,
4. Ora, sarebbe lecito aspettarsi
che in un paese come il nostro, largamente basato su turismo e accoglienza,
simili hotel siano in grado di offrire sistemazioni e servizi di altissimo
livello. Invece, almeno
nell’ottanta per cento dei casi non è così, e capita di imbattersi in magagne
di vario tipo che a me spaccano letteralmente i maroni. Ecco le dieci più comuni.
1 - ENTRATA CON SCALE, E NIENTE RAMPE.
Chissà perchè, nella maggior parte degli
hotel italici l’entrata è situata in cima a una rampa di scale. Siamo scemi o masochisti? Da che mondo è mondo l’ignaro viandante
arriva in albergo (e ne riparte) col suo pesante fardello di fottutissimi
bagagli, e non c’è bisogno di essere particolarmente disabili o particolarmente
anziani per voler fare il proprio ingresso nella hall tramite un accesso liscio
e piatto a livello strada.
D’accordo, qui nel bel paese molti hotel sono ricavati in palazzi
antichi che son fatti così... ci vuole tanto a costruirci delle rampe che
facilitino la vita a tutti, disabili e non? Ma ecco il massimo della perfidia:
la rampa disabili-anziani-bagagli-passeggini-carrozzelle certe volte c’è, ma solo per andarsi a interrompere
contro un’altra rampa di scale, scalette o scalini vari in su o in giù. Poi, c’è il colmo della perfidia: che
l’hotel abbia l’ingresso a livello
stradale o l’agognata rampa, ma poi le scale le trovi dentro, fra l’ingresso e la reception, o fra la reception e gli
ascensori, o fra gli ascensori e il pezzo di corridoio dove c’è la tua
camera. Ora, la scusante del
palazzo antico non vale per tutti gli hotel. Certi li hanno appena costruiti. E allora perchè diavolo non li hanno fatti “giusti”? Alcuni di questi, per l’appunto, pur di
non soccombere alla razionalità e farli con l’entrata a livello stradale hanno sia le scale che la rampa.
2 - L’ ASCENSORE.
Quando prenoti (e paghi) un hotel 5 stelle
– o te lo prenota qualcuno che lo fa di mestiere - dai per scontato che in
mezzo a tutto quel lusso sfrenato ci sia incluso anche un volgare
ascensore; beh, non è mica
detto. In certi hotel – e a volte
proprio i più lussuosi resort
ricavati in vetusti palazzi del centro storico – l’ascensore non c’è. Arrivare lì trascinandosi dietro
valigia e strumenti del mestiere - che hai già issato dal livello stradale al
piano rialzato dove c’è la reception - e scoprire che ti hanno messo in una
prestigiosa, panoramica, esclusiva camera al terzo piano senza ascensore, può
essere ispirazione di irripetibili ed elaborate invettive nei confronti di
entità umane e non.
Comunque, non si può neanche generalizzare: il più delle volte
l’ascensore c’è, magari è solo un po’ microscopico, ovvero c’entra a malapena 1
persona molto magra se si mette a
cavalcioni del proprio bagaglio - anche se sulla parete c’è scritto “portata
massima 800 Kg” - e perciò è perennemente occupato da clienti o inservienti che
fanno su e giù uno alla volta.
Cuccarlo é quasi impossibile, e quando finalmente ci riesci, il
bussolotto infame si ferma a tutti i piani, perchè la gente lo chiama, poi si
scoccia di aspettare e alla fine va a piedi. Se per caso devi andare al bagno d’urgenza, meglio prendere
direttamente le scale. Nella mia
pluridecennale esperienza di viaggiatore, ho accertato che gli hotel con
ascensori adeguati sono una rarità, e sono quasi sempre quelli supernuovi in
periferia o vicini agli aeroporti.
Ma attenzione, il mini-ascensore l’ho trovato spesso anche in hotel appena
costruiti (inspiegabile!), così come mi sono capitati hotel nuovissimi di due o
tre piani che non c’avevano manco quello, sulla base che “sono solo tre rampe di scale”. No country for old men.
3 - BAGNO HORROR STORIES.
I bagni delle camere di hotel meriterebbero una serie
apposita, suddivisa in parecchi episodi e sub-categorie. Cercherò tuttavia di essere sintetico
elencando le cose che più frequentemente funestano la permanenza fuori casa del
viaggiatore standard, in relazione al servizio
dei servizi, quello che raggruppa
in pochi metri quadri entrambe le funzioni umane associate all’igiene: cioè il ripulirsi dentro e il ripulirsi
fuori. C’è chi dà più importanaza
a l’una cosa, e chi all’altra, ma qui entriamo troppo nel personale. Perciò quanto segue non è in un
particolare ordine logico.
VENTOLA
ASSENTE O NON FUNZIONANTE
Il bagno senza finestre è ormai quasi la norma dappertutto
e ci siamo abituati, ma spesso la ventola di aereazione non funziona, o il
pulsante per azionarla è nascosto da qualche parte ma non dove te l’aspetti, o
la maledetta ventola proprio non ce l’hanno messa. Le camere con questo tipo di bagno sono consigliate
solo a singles o a coppie ormai collaudate. No primo appuntamento galante. No viaggio di nozze. Devo aggiungere che la ventola,
funzionante o no, è di solito un’ottima conduttrice di rumori e conversazioni
da altri bagni vicini.
BAGNO
CON VASCA
Doccia o vasca? Io preferisco doccia, ma se capita la vasca
mica mi metto a fare una scenata, no?
OK. Vai su, controlli
il bagno e infatti c’è la vasca, ma non
il relativo tappo (o se c’è, non tappa un bel niente); in compenso c’è il supplementare tubo
flessibile per la doccia; peccato che sul muro non ci sia il relativo supporto
per appenderlo ad altezza d’uomo; non un grosso problema, perchè tanto non c’è
nè tenda-doccia nè pannelli di vetro, per cui se si usa la pseudo-doccia stando
in piedi si allaga tutto, e per non allagare tutto bisogna farsi la doccia
sdraiati nella vasca.
BAGNI
CON DOCCIA.
OK, la mia stanza ha il bagno con la doccia. Sono cotto dal
viaggio e non vedo l’ora di saltarci dentro e rimettermi a nuovo: ed ecco alcune delle cose che possono andare storte, da
sole, in gruppo o tutte insieme.
Ma come dice un proverbio americano, “tutto ciò che potrebbe andare storto, andrà
storto”.
-
Lo scarico della doccia è quasi sempre intasato (possibile che non controllino ad ogni pulizia?), e dopo trenta
secondi l’acqua straripa dal piatto doccia e allaga il pavimento; dallo scarico
iniziano a tracimare peli, fluidi corporei imprecisati e DNA di ospiti precedenti.
-
La testata della doccia è ostruita dal calcare,
(di nuovo: possibile che non controllino ad ogni pulizia?) e tutto quello che
ne esce sono 3 schizzi storti e puntuti come spilli di acqua
incandescente.
-
Il mixer acqua calda-fredda ha una sua volontà
autonoma e ama le improvvisate: ti congela o ti ustiona a suo piacimento e
basta guardarlo per cambiare drasticamente la temperatura.
-
Nel vano doccia con piastrelle - firmate
Trussardi, Valentino o altro designer - non c’è un portasapone, nè un cazzo di
niente per appoggiarci sapone, shampoo, rasoio o altro; bisogna poggiare tutto
giù a terra e chinarsi ogni volta che ti serve uno qualsiasi dei suddetti
articoli. Nel chinarti,
normalmente urti il miscelatore e sei investito a tradimento da un getto
ghiacciato, o ti procuri ustioni di secondo grado.
-
A proposito di sapone – e
questo non ha propriamente a che fare con la doccia ma con tutto il bagno – le
aperture “facilitate” di saponi, shampi e creme che trovi lì, non sono
facilitate per niente, tenti in tutti i modi di aprirle con le unghie o a
morsi, ma generalmente finisci per staccarti un’unghia o un dente e ancora non
si aprono.
-
Asciugamani, accappatoi e quant’altro non sono appesi vicino al vano doccia
dove potresti prenderli facilmente allungando un braccio, ma si trovano sulla
parete opposta; hai due possibilità: 1) uscire dalla doccia fradicio, rischiare
di scivolare sulle piastrelle griffate e spaccarti la testa, mentre subisci uno sbalzo di temperatura
tale da beccarti una broncopolmonite letale oppure
2) appendere preventivamente asciugamani e/o accappatoi al pannello del vano
doccia, dove puoi effettivamente agguantarli allungando una mano, ma quando lo
farai saranno ormai fradici per gli spruzzi d’acqua ricevuti.
-
Non mancano le sorprese. Ci sono asciugamani e/o accappatoi per
1 sola persona in camere matrimoniali o per una intera famiglia. Chiami la reception, e dopo una ventina
di minuti ti arriva 1 asciugamano del bidet extra, o al contrario dieci
accappatoi che non sai dove appendere, perchè in tutto il bagno c’è un solo
gancio.
-
Le dimensioni del bagno possono a volte lasciare
perplessi... Certe volte il bagno è immenso, bidet, WC lavabo e doccia distano
6 metri gli uni dagli altri, e ti domandi perchè abbiano sprecato tutto quello
spazio che invece avrebbero potuto aggiungere alla camera. Altre volte, a una camera immensa
corrisponde un bagno così piccolo che il WC – poco più grande di quello di
Barbie, è incastrato fra il bidet
e il lavabo, e ti viene spontaneo chiederti come faccia una persona
particolarmente alta od obesa a fare ciò che normalmente si fa in posto
simile. Ma queste sono
problematiche architettoniche, e a perseguirle andremmo fuori tema.
BAGNI CON IDROMASSAGGIO
Che culo! Ti è capitata la vasca con idromassaggio. Sì, ma come funziona? Non ci potevano
mettere una minchia di foglio di istruzioni? È piena di bottoni, miscelatori, rubinetti e leve e non sai cosa fa cosa o in quale sequenza.
Tocchi qua e là a casaccio e non riesci neanche a far uscire l’acqua, ma accendi un motore da qualche parte
dentro il muro che romba come quello di un Harley Davidson e fa tremare tutto
il palazzo ma ancora niente acqua...
Fai mezz’ora di esperimenti, e alla fine lasci perdere. E finisci di nuovo nella doccia
intasata.
4 -
TV NON SINTONIZZATA
Appena entro in camera, la prima cosa che faccio - prima
ancora di togliermi la giacca - è cercare in giro la cosa più altamente
infettiva reperibile in una camera d’hotel: il telecomando; trovato il quale accendo la TV. Che il più delle volte è sintonizzata
male e prende solo tre canali croati e televendite di materassi bulgari. Chiami la reception, ti promettono di
rintracciare il tecnico che però -
ammesso che esista davvero – è già andato a casa e non arriverà mai. Termini le tue serate guardando
hotlines balcaniche.
5 -
NON C’E’ CAMPO PER IL CELLULARE
Incredibile, ma nella maggior parte dei 5 stelle dove mi
capita di alloggiare, il cellulare non prende, o la linea va e viene. “È
perchè tutti si collegano in contemporanea”, ti dice il tipo della
reception. “A mezzanotte e mezza?” ribatti incredulo a nessuno, perchè il
portiere di notte ha già riagganciato. Quando uno è in albergo, di solito vuol dire che è via
da casa, ovvero la sua rintracciabiltà è affidata unicamente al tanto deprecato
cellulare, che però è totalmente inservibile perchè l’hotel è sito nell’unica
zona d’ombra e non c’è copertura su nessuna delle reti. A MENO CHE non ti colleghi al WI-FI
(pagando la password), e fai sapere a tutto il mondo dove cazzo ti trovi
scrivendolo su Facebook e su Twitter, dando numero dell’hotel e numero di
camera, sarai irreperibile e isolato da tutti. E soprattutto, come fanno le cameriere a parlare al
cellulare fuori della tua porta alle 6 di mattina e raccontare a chicchessia
tutti i cavoli loro?
6 -
DOVE SONO FINITE LE PRESE?
Comunque sia, che te ne fai del cellulare se non lo puoi
caricare? Una volta negli hotel c’erano le prese di corrente, ma ora non
più. Tutto è collegato
direttamente dentro il muro, hai
voglia a spostare comodini e armadi e a sradicare la testata del letto, l’unica
presa possibile è in bagno vicino al lavello, ed è una shuko del cazzo dove
l’alimentatore del cellulare non c’entra neanche a martellate. Dovresti di nuovo telefonare giù e
chiedere un adattatore, ma sai benissimo che non te lo procureranno mai. È mai possibile che chi progetta
gli hotel o li ristruttura non pensi a dettagli così ovvi?
7 -
LA CLIMATIZZAZIONE
In camera si soffoca (questo accade d’inverno, in estate,
invece, si gela); c’è un termostato al muro che sembra abbastanza intuitivo da
programmare. Ventola sì o no,
temperatura + o - , insomma tocchi e smanetti, e senti che in effetti il ghibli
che prima soffiava dalle griglie si è fermato. Sei a letto da cinque minuti e il vento caldo del deserto
riparte. Ti alzi, rismanetti col
termostato (stavolta assestandogli anche un paio di cazzotti), riesci a
sistemare di nuovo, torni a letto.
Fai tutto questo una decina di volte, poi finalmente telefoni giù, e il
tipo alla reception che non parla nè italiano, nè inglese (nè nessun’altra
lingua comunemente annoverata fra le
“lingue straniere” che si possono studiare nelle apposite scuole di
lingue) ti fa capire in italiano del futuro che la temperatura nella tua camera
la regolano direttamente dalla centralina computerizzata giù in direzione, per
cui puoi smanettare sul termostato quanto ti pare ma non succederà niente. Tu gli fai capire che vuoi tutto
spento, e finalmente dormi. Ma
solo fino a che giù alla reception il tipo di prima finisce il turno e prende
servizio un altro portiere che ti riaccende il riscaldamento a manetta. Ma che minchia ce lo mettono a
fare il termostato in camera se lo regolano da giù?
8 - POSTI DOVE APPOGGIARE LE COSE
Entri in camera, e all’ingresso c’è un piccolo portapacchi
troppo stretto per poterci mettere sopra uno stupido bagaglio a mano aperto. In compenso c’è un armadio a 6 ante con 36 cassetti. Resti lì come un pirla, col
bagaglio poggiato a terra a domandarti due cose: 1) chi minchia verrà mai qui
portandosi dietro abbastanza vestiti da riempirci armadio a 6 ante e 36
cassetti e 2)come fa uno che abbia
una quantità di bagagli tale da riempire 6 ante e 36 cassetti ad entrare
fisicamente in una camera in cui non c’è neanche posto per poggiare una cazzo
di valigetta. Non parliamo
del bagno, dove sul lavandino non c'è spazio per appoggiare un astuccio-beauty,
e sei costretto ad appoggiarlo sulla tazza del cesso col coperchio chiuso, da dove
al minimo movimento cadrà nel portaspazzolino del WC.
9
- FRIGOBAR CON ROBA
SOSPETTA
Il frigobar – che normalmente ronza e tintinna talmente
tanto che alla fine lo stacchi per non impazzire – è comunque un mostro da
evitare a causa dei prezzi esorbitanti;
non a caso c’è gente che apre le bottigliette con molta cautela per non
deformare il tappo, beve un po’ del contenuto e poi lo rabbocca con acqua,
riposizionado con cura il tappo in modo che la cameriera non se ne accorga e
non glielo faccia caricare sugli extra.
Vecchio trucco da scrocconi nel quale mi sono imbattuto – purtroppo solo
da vittima. Trauma giovanile
che mi spinge a non prendere mai niente da lì. Poi c’è l’elemento igienico: quanta gente le avrà
toccate queste bottiglie? Quanti altri ospiti della camera le avranno
maneggiate, annusate, leccate e rimesse lì? Avranno avuto le mani pulite mentre lo facevano? Dove
avranno tenuto ‘sta roba prima di metterla nel frigobar? Quanto, come e da dove avranno
viaggiato queste bottigliette? Avranno incontrato durante il tragitto topi, scarafaggi
ed altri animali domestici frequentatori di magazzini? Le avranno scaricate vicino ai cessi
nel seminterrato prima di mettertele in camera? Chi ci avrà tossito, sternutito sopra o altro? Mi fermo qui.
E la qualità?
La mezza bottiglia di vino bianco da 25 euro che ad un esame attento
dell’etichetta risulta essere del 2009, che se la bevano loro, le aranciate con le etichette un po’ scolorite e un’aria da
anni 70 pure... nel frigobar noti forme di bottiglie che fanno parte dei tuoi
ricordi d’infanzia... Sarà
suggestione, ma perchè la roba del frigobar ha sempre un look di altri tempi?
10
– LA PRIMA COLAZIONE INCLUSA
Se ho fatto un concerto la sera prima, sono andato a
dormire alle due, e ho un aereo per tornare a casa fra un’ora e mezza, confesso
che non ho molta voglia di scendere in sala colazioni per farmi vedere da tutti
mezzo rincoglionito, scontroso, fare
la fila al buffet, per poi sbrodolarmi e riempirmi di briciole e roba nei denti
in pubblico, poi ancora correre su in camera ad espellere quanto di più umano
resta in me. Per cui
generalmente metto su le news (se la TV funziona) e ordino la colazione in
camera. Che arriva sempre
sbagliata. Per non complicare le
cose, ordino un cappuccino, un croissant e della marmellata chiara. Facile, no? Mi arriva 1 croissant
confezionato con 10 vasetti di marmellata scura. Oppure 1 cestino con 8 croissant alla crema, 4 toast, succo
d’arancia e 1 vasetto di miele, e il the... oppure un cappuccino pieno fino all’orlo che appena lo
sollevi se ne versa metà. O
cappuccino che il caffè lo ha visto solo in TV ma se lo stava bevendo George
Clooney. 1 sola bustina di
zucchero, o niente bustina di zucchero. Oppure 4 bustine di zucchero di canna (che odio) e 5
di dolcificante (che mi fa schifo).
Naturalmente quando hai venti minuti per mangiare, andare al cesso, fare
la doccia, chiudere il bagaglio, perquisire la camera per non lasciare niente,
scendere giù, fare il check out e partire, non ce la fai a richiamare il room
service e a tentare di farti portare quello che hai chiesto (che non
arriverebbe comunque). Per cui
normalmente mi rassegno e metto l’odioso zucchero di canna nel cappuccino che
straripa, e mentre lo mescolo sento il cucchiaino grattare residui incrostati
di zucchero di qualcun altro sul fondo della tazza. Ed è allora che porto le mani ai lati della testa, e
mi trasformo nell’entità extraumana che ha ispirato “L’Urlo” di Munch.
Sergio Caputo
Prossimamente:
LE 10 COSE CHE MI SPACCANO I MARONI NEI RISTORANTI