11 settembre 2008

Alessandro - Roma

Caro Sergio,
Sono Alessandro di Roma, 38 anni. Ho aspettato quasi 25 anni per dirti GRAZIE. Finalmente ne ho la possibilità. Uso come "alibi" l'uscita di questo tuo romanzo. Che è davvero bello, delizioso, poetico, profondo, introspettivo.
Il mio primo concerto, mentre tutti andavano sentire i Duran Duran, sei stato tu...
Ti ho sempre "idolatrato" (e per questo venivo preso in giro...) Non credo che tu si sia mai sentito un idolo, quindi non ti arrabbierai se a nessuno dei miei tre figli maschi sono risucito a dare il tuo nome (però ho messo "sabato Italiano sul filmino di matrimonio). La verità è che - a me ed ai tanti fans che dopo vent'anni scrivono in questo blog - ci hai insegnato, non con saccenza ma con leggerezza, ad affrontare la vita con intelligenza e malizia, proprio come il tuo swing.
E la cosa bella e che, essendo tu una persona "autentica" e non un'icona congelata adatta solo ai revival (oops!...e invece hai fato
bene ad andare su su Rai 1 da Carlo Conti!), in questo romanzo ci mostri con tenerezza cosa significa "invecchiare" (maturare...),
cambiare (metamorfosi...autoprescriversi dei farmaci....), e rimanere se stessi.