07 marzo 2008

Leonardo da Firenze


Ciao Sergio,
sono Leonardo da Firenze ed ho avuto già il piacere di scriverti e di essere pubblicato sul tuo blog. Questa volta lo userò, se me lo consentirai, per rivolgere un caldo appello a tutti i tuoi fans; sì, hai capito bene, questa mia lettera non è rivolta direttamente a te bensì a chi ti ascolta e come me ha il piacere di apprezzare la tua musica.

Tutti noi fans abbiamo un compito importane ed è quello di motivare Sergio, noi che siamo la sua fonte di energia rinnovabile, termine che oggi va tanto di moda, dobbiamo stargli vicino e fargli sentire tutto il nostro affetto affinché possa regalarci ancora pezzi indimenticabili, dobbiamo rompere le scatole (per modo dire) ai negozi di dischi sul procurarci i suoi CD; non esiste che un grande musicista come lui sia più apprezzato negli USA che da noi! È come se il nostro brunello (per me che sono toscano è un paragone molto sentito) se lo bevessero soprattutto gli americani (forse è così davvero?!); e per favore ascoltatevi tutta la discografia e non limitatevi ai soli pezzi più famosi, altrimenti sarete come quelli che associano il nome di Caputo a il sabato italiano (che poi è "Un sabato italiano"!), "Il Garibaldi innamorato" e vagamente poco altro. Credo, infatti, che siano le case discografiche a gestire la notorietà dei pezzi e degli artisti (o sedicenti), gente che non conosce nemmeno il pentagramma è stata nella classifica dei dischi più venduti, è brutto fare esempi ma sento alla radio certa roba che paragonata all'opera di Sergio è come confrontare un tema di un ragazzino di terza media alla Divina Commedia! Forse sono stato un po' esagerato, meglio dire seconda media! Io ho comprato tutto ciò che sono riuscito a trovare (purtroppo non tutto!) e sono stato contento di contribuire ad un vero artista che è stato tra i primi pionieri ad importare il jazz in Italia rendendolo apprezzato in un paese in cui questo genere era semisconosciuto, che ci ha insegnato l'italiano con neologismi divertenti e pieni di inventiva, che una canzone di successo non è necessariamente scritta con il giro di do e che conta più fare ciò in cui crediamo e non quello in cui credono gli altri per noi(soprattutto le case discografiche!); per non parlare del positivismo che trasmette anche dalle vicissitudini più deprimenti. Chi ascolta la sua musica ha voglia di vivere, ha voglia di provare una moltitudine di emozioni e di stare in compagnia di amici a ridere e scherzare, magari ad un suo concerto.
Quindi diamoci da fare!

Grazie ancora per tutto questo, ci vediamo il 9 aprile a Bologna.

Leonardo